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Meteorologia

Caldo torrido o afoso? scopriamo le differenze

Durante la stagione estiva, la principale causa di disagio per la popolazione è il caldo, tuttavia bisogna fare un distinguo fra quello torrido e l’afoso che, indipendentemente dalla temperatura misurata, possono portare diversi gradi di disagio

Tutti abbiamo sentito, almeno una volta, dai media o letto sui quotidiani di caldo “torrido” o di caldo “afoso“, anche se in più di qualche occasione i suddetti termini vengono usati in modo improprio e, quest’articolo, servirà proprio per fare chiarezza a riguardo.

Vi abbiamo parlato degli indici atti a stimare il grado di disagio dovuto al caldo con l’articolo “Disagio da caldo – gli indici di calore bioclimatico“; ebbene questi non fanno uso esclusivo della temperatura, ma bensì del rapporto tra temperatura e umidità relativa, ma andiamo con ordine.

COS’E’ IL DISAGIO DA CALDO?

Il disagio da caldo è una situazione in cui il corpo umano entra in una fase di stress più o meno acuta, dato dalla capacità di un individuo ad adattarsi alla temperatura circostante. Essendo l’essere umano un organismo vivente a sangue caldo ha come caratteristica corporea l’omotermia, ovvero la capacità di mantenere la temperatura più o meno costante (con piccole oscillazioni) e dunque in ambiente freddo ha la necessita di riscaldarsi mentre in ambiente caldo ha la necessita di raffreddarsi; in particolar modo quest’ultimo è l’argomento che al momento ci interessa, infatti l’essere umano, ad elevate temperature ha la necessita di abbassare la temperatura corporea, se questo non avviene si va incontro a crampi da calore, colpi di calore o, nei casi più gravi, alla morte.

Ma come avviene il processo di raffreddamento del corpo umano? questo è l’argomento che si ricollega strettamente alla distinzione tra caldo afoso e caldo torrido: Il raffreddamento del corpo umano avviene tramite la sudorazione, il sudore evaporando abbassa la temperatura del corpo o quantomeno la mantiene ad una temperatura costante, questo perché il sudore per passare dallo stato liquido a quello gassoso aumenta la sua temperatura prendendola dall’ambiente circostante, in questo caso il corpo umano, raffreddandolo.

CALDO AFOSO

Quando l‘aria è particolarmente umida, il processo di evaporazione del sudore è reso più difficoltoso e quindi il corpo umano fa più fatica a raffreddarsi, dunque elevate temperature (generalmente valori superiori ai +25/+26°c) associate ad elevati tassi di umidità relativa (per convenzione su usa come valore di riferimento il 40%, sopra a tale valore si parla di ambiente umido e quindi caldo-umido, sotto di ambiente secco quindi caldo-secco) creano una situazione di forte stress per il corpo umano, in questo caso si parla dunque di caldo “afoso”, nelle estati mediterranee ed in particolar modo lungo le fasce costiere, generalmente i valori più tipici sono +26/+29°c con umidità relativa del 70-90% ma anche in una situazione di +31/+32°c e umidità relativa del 45-50% si parla di caldo afoso.

I rischi principali, come già detto in precedenza, sono crampi da calore, colpo di calore o, nel peggiore dei casi, la morte.

CALDO TORRIDO

Se invece siamo in presenza di un ambiente secco (e quindi con umidità relativa inferiore al 40%) siamo in presenza di caldo torrido, nella stragrande maggioranza dei casi il caldo torrido fa registrare valori di temperatura ben più alti del caldo afoso, nell’estate mediterranea i valori più tipici (in particolar modo nelle zone interne in quanto sulle coste è raro avere bassi valori di umidità relativa) sono temperature di +34/+38°C con valori di umidità relativa del 25-30%, in situazione particolari si possono superare anche i +40°c ma con valori di umidità relativa spesso inferiori al 20% che, in caso di favonio possono scendere anche fin verso il 10-15%.

In questa situazione il corpo umano riesce a mantenere la sua temperatura costante in quanto il sudore riesce ad evaporare senza difficoltà, tuttavia anche in questa situazione ci sono rischi anche piuttosto importanti, infatti le elevate temperature rendono particolarmente marcata la sudorazione e quindi la perdita di liquidi e si può, senza troppa difficoltà, incorrere nella disidratazione che negli stadi meno gravi può provocare una riduzione delle performance fisiche dell’organismo fino agli stadi più gravi che possono portare al colpo di calore, coma e alla morte.

Gabriele Carletti

Classe 1996, meteoappassionato sin dalla più tenera età, amante degli eventi climatici estremi e della neve. Collabora con: Meteone.it ed è gestore di: Meteonerola.it per il monitoraggio meteo-climatico locale. Fortemente attratto da tutte le dinamiche fisiche che regolano l’atmosfera e autodidatta nel settore fisico-matematico di questa scienza.