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Cronaca Lazio

ONDATA di GELO 2012: il risveglio di ROMA IMBIANCATA il 3 e 4 febbraio [VIDEO]

La prima nevicata tra il 3-4 febbraio 2012 coinvolse direttamente la Capitale, con accumuli totali che raggiunsero i 18 cm.

Quella del 3-4 febbraio risultò la quinta nevicata più importante per Roma dopo il 1965 con 25 cm, i 15 cm del 1971 e del 1985 compresi i 23 cm circa nel 1986, in riferimento alle misurazioni delle nevicate significative dopo il 1960 ad oggi effettuate e rese disponibili dal Collegio Romano.

Immagine da satellite ad alta risoluzione effettuata giovedì 09 febbraio 2012 alle prime schiarite – MODIS

 

 

Accumuli superiori sulle zone Nord, dove già al pomeriggio del 3 febbraio si era depositato un debole manto nevoso di 5-10 centimetri, mentre le zone più a Sud di Roma vedevano solamente pioggia a tratti mista a neve ma senza accumuli di rilievo.

La cittadinanza si ritrovò del tutto impreparata a questo evento meteorologico straordinario ma non impossibile.

 

CITTÀ DI ROMA COMPLETAMENTE NEL CAOS

Gli automobilisti abbandonarono le loro macchine all’interno delle gallerie del Grande Raccordo Anulare, letteralmente paralizzato a seguito degli accumuli nevosi ed il ghiaccio, per andare a riprenderle direttamente nei giorni successivi all’ondata di maltempo.

 

Per non parlare degli infiniti disagi dal centro storico alla periferia, con le strade consolari completamente bloccate ed impraticabili dal traffico, al punto che l’amministrazione comunale all’epoca dei fatti si ritrovò completamente in collera poiché impreparata a fronteggiare l’emergenza, non sapendo interpretare i bollettini meteo della Protezione Civile.

Nonostante le nevicate terminarono nel corso di sabato 04 febbraio l’intera Capitale rimase in pieno stato di allerta meteo nelle giornate successive, per le basse temperature ed un elevato rischio di gelate, con scuole ed uffici rimasti chiusi anche la settimana seguente per le difficoltà riscontrate.

Le porzioni più periferiche della Capitale, compresi i versanti occidentali dei Castelli Romani risentirono marcatamente della corrente sub-tropicale marittima effettivamente più mite e con temperature altrettanto elevate dai 1300 metri di quota.

 

Motivo per il quale non nevicò a Velletri (RM) situato oltre i 300 metri s.l.m. comprese le aree meridionali suburbane capitoline, con fenomeni precipitativi nevosi disomogenei e parecchio condizionati dalle temperature e dai venti a livello locale.
Come tipicamente accade in presenza di gocce fredde con tali configurazioni atmosferiche, che rendono eventuali precipitazioni di neve scarsamente e difficilmente prevedibili a distanza di poche ore.

 

Passato questo primo peggioramento ci fu una seconda irruzione gelida a cavallo tra il 10 e l’11 febbraio che ripercorreremo dettagliatamente nei prossimi giorni.

Giorgio Rotunno

Classe 1997, studia Meteorologia ed Oceanografia all’Università Parthenope. Da diversi anni si occupa soprattutto di osservare gli eventi temporaleschi che interessano il Lazio, svolgendo diverse attività previsionali. Entra a far parte ufficialmente di Meteo Lazio nel febbraio 2020.