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Analisi meteo

Tendenza meteo Giugno 2025: partenza sprint dell’Estate, con qualche pausa in vista?

Giugno 2025 caldo ma con temperature in oscillazione tra la seconda e la terza decade

Resoconto termo-pluviometrico per l’andamento di Giugno 2025

Condizione media più probabile

  • Temperatura: sopra la media
  • Precipitazioni: sotto la media
  • Regime: NAO-; Atlantic Ridge (1)

Analisi sintetica per la proiezione di Giugno 2025

Prima metà del mese: caldo in intensificazione

Nella prima metà del mese di Giugno rispetto alla primavera la circolazione atmosferica torna a fare qualche passetto verso un riassetto delle figure bariche sulla zona europea ed atlantica simile a quella delle scorse estati in alcune fasi. In particolare il caldo andrà sempre più intensificandosi dai primi giorni di Giugno, fino al raggiungimento di un apice di caldo molto forte per il periodo nel fine settimana del 14-15 Giugno, con connotati eccezionali per il periodo. Temperature in graduale salita, con arrivo di notti tropicali nel corso della settimana del 9-15 Giugno (minime superiori a 20 gradi) e massime che raggiungeranno diffusamente i 34-35 gradi nel prossimo fine settimana, su città come Viterbo, Roma, Rieti. Punte superiori possibili in provincia di Frosinone e inferiori in provincia di Latina grazie alle brezze marine. Si tratta di valori, sia notturni che diurni, che dovrebbero rappresentare l’apice di caldo di una normale Estate sulla nostra regione.

Seconda parte: ancora spesso caldo ma con possibili fasi temporalesche

Dopo il 15 sembra possibile un calo delle temperature di entità ancora incerta che potrebbe associarsi anche ad un aumento dei temporali di calore non solo in Appennino ma anche sulle restanti province della regione ad eccezione dei comuni costieri. Sebbene i temporali possano portare delle sensibili rinfrescate ove colpiscono e le temperature dovrebbero di per se scendere, non è possibile confermare che vi possa essere una vera fase di temperature sotto la media. Un vero break all’ondata di calore, con maltempo e crollo delle temperature, sebbene non da escludere, sembra attualmente meno probabile. Dopo il 20 del mese temperature che andranno probabilmente di  nuovo sopra la media con caldo soprattutto afoso. Elevati dunque soprattutto i valori notturni mentre quelli diurni si terranno spesso sui 30-33 gradi diffusamente

Analisi sintetica della circolazione atmosferica (per esperti e curiosi)

Come anticipato ad inizio Maggio era lecito attendersi entro fine Giugno una prima forte ondata di calore, che andrà concretizzandosi intorno alla metà del mese. Se in Primavera infatti la corrente a getto era salita di latitudine favorendo, specie nella prima metà di Maggio (rotture d’onda anticicloniche), la comparsa di regimi anticiclonici tra nord Atlantico e Scandinavia, in grado di far scendere le depressioni sul Mediterraneo, adesso i geopotenziali tornano ad aumentare sul sud della Groenlandia e la corrente a getto a posizionarsi mediamente sull’Europa centrale (rotture cicloniche frequenti seppur deboli, in grado di intensificare il vento zonale medio sull’atlantico centro meridionale: la corrente a getto scende di latitudine e richiama a se flussi di aria calda subtropicale). Tanto più la corrente a getto scende di latitudine, tanto più intensa sarà l’alimentazione tropicale della fascia degli anticicloni estivi. La discesa della corrente a getto è misurata poi dall’East Atlantic come spiegato più volte in passato, indice che a Maggio è stato mediamente neutro. Nel mese di Giugno però l’EA tornerà a salire con la corrente a getto a scorrere tipicamente dall’oceano verso il nord della Francia, e l’ondata di calore di metà mese avverrà proprio contestualmente ad un affondo più deciso di un vortice atlantico sulle isole britanniche che andrà a far salire l’EA intensificando flussi di aria africana verso il resto d’Europa.

Scenario a metà mese classico delle calde estati degli ultimi 20 anni: vortici sulle isole britanniche, EA in forte rialzo
Sollevamento di latitudine della corrente a getto e migrazione degli anticicloni dal sud al nord Europa: aria più fredda scende sul Mediterraneo. Da valutare in che modalità e intensità. Tale fase potrebbe essere piovosa e l’unica occasione di piogge significative del mese di Giugno.

Dopo metà mese le indicazioni attuali vedono lo spostamento sull’oceano dell’anticiclone africano, il che lascerebbe l’Italia esposta a venti più freddi con temperature in calo e fine dell’ondata di calore, sebbene non sia ancora chiaro quanto tale figura barica molto calda si riesca ad allontanare dal mediterraneo.

In generale però i modelli matematici mostrano la tendenza alla formazione di anticicloni oceanici deboli o troppo sbilanciati sulla Groenlandia, e tale situazione mantiene dunque la corrente a getto in una posizione tipicamente medio-bassa in cui la fascia degli anticicloni subtropicali si alimenta almeno parzialmente con aria molto calda dalle latitudini tropicali. L’EA medio del mese di giugno tornerà a salire e ad essere positivo, sebbene non in maniera eccessiva, e questo consentirà all’Italia di prendere respiro nelle fasi in cui la fascia degli anticicloni tenderà a spostarsi temporaneamente verso nord coinvolgendo più direttamente le isole britanniche.

Nella terza decade dunque è possibile immaginare che l’anticiclone africano possa rimanere alle porta dell’Italia con temperature spesso sopra la media specie nei valori notturni sul Lazio. Non è possibile sapere allo stato attuale se possano esservi, come variazione a tale scenario medio, delle ulteriori oscillazioni della corrente a getto tali da amplificare il caldo e portare una nuova ondata di calore. Saranno necessari ulteriori aggiornamenti.

Confronto tra due ipotesi sullo stato medio del jet per la terza decade di Giugno: nella carta a sinistra il jet è mediamente più basso che a destra. La prima carta è dunque nettamente più predisposta per ondate di calore, nella seconda invece il caldo batte in  ritirata mentre i flussi di calore salgono sul nord atlantico sia dall’oceano che in parte dal mediterraneo occidentale (frecce nere), lasciando spazio alle correnti più fredde dai balcani (frecce blu) di introdursi alle basse latitudini apportando un calo di pressione. EA positivo quindi nell’immagine a sinistra dove le anomalie di geopotenziale sono positive sull’Iberia e negative tra mare del nord e isole britanniche, EA negativo nell’immagine di destra dove le anomalie di geopotenziale sulle isole britanniche sono positive

Note:

  1. Nella sezione pattern si vuole dare una probabilità del pattern, anche noto come Weather Regime, più probabile. I pattern di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4: anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorrenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di pattern, i cui risvolti climatici su scala regionale continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente link https://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts
  2. I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio. Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso, l’onda viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari. Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare. Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto basso o persino invertito salendo di latitudine si formerà una critical line che solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia. Questo si combina con il numero d’onda elevato (superiore a 5) che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche (wave-breaking ciclonici). I pattern di Atlantic Ridge e Scandinavian Blocking che incontrano una critical line si portano dunque generalmente sulla Groenlandia evolvendo in una NAO negativa. Se il vortice polare ha una struttura regolare (vento zonale medio che aumenta salendo di latitudine) ma senza essere più forte della norma, le onde che viaggiano verso nord incontrano una turning line oltre i 70 nord che blocca la salita dell’anticiclone alle latitudini subpolari (wave-breaking anticiclonici), da cui la formazione dei pattern di Atlantic Ridge o Scandinavian Blocking. Questo si combina con un numero d’onda basso (compreso tra 2 e 4) che caratterizza una situazione di vento zonale medio vicino alla norma e la velocità di gruppo è negativa. Questi pattern evolvono solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic Ridge. Se il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio è intenso, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1, è lineare e l’attività d’onda è assente. Il concetto di critical e turning line è valido anche in riferimento al profilo altitudinale di vento zonale medio.

DISCLAIMER:

Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco

Claudio Giulianelli

Classe 1996, originario di Villa San Giovanni in Tuscia, ha sviluppato una forte passione per la meteorologia in seguito alla storica nevicata del febbraio 2012. In quegli anni ha iniziato a collaborare attivamente con la comunità meteo CEMER. Parallelamente ha intrapreso il percorso accademico presso l’Università di Roma Tor Vergata, dove ha conseguito la laurea in Fisica con curriculum in Fisica dell’Atmosfera e Meteorologia. All’interno del team di Meteo Lazio si occupa in particolare dell’analisi delle tendenze meteorologiche a lungo termine ed analisi degli indici teleconnettivi.