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Analisi meteo

Tendenza meteo Estate 2025: caldo in aumento ma anche qualche pausa piovosa in vista?

Tendenza per l’andamento dell’Estate: tutti i dettagli e gli scenari previsti

Condizione media più probabile

  • Temperatura: sopra la media
  • Precipitazioni: in media
  • Pattern: NAO-, Atlantic Ridge (1), zonale

Analisi sintetica per la proiezione dell’ avvio d’Estate 2025

Di seguito vediamo un breve riassunto dell’avvio di stagione che possa contestualizzare la tendenza delle prossime settimane

Giugno 2025: un ritorno al caldo

La Primavera specie nella sua fase finale si era mostrata clemente termicamente, senza gli eccessi positivi che hanno caratterizzato molto spesso l’ultimo anno e mezzo sul mediterraneo, grazie alla salita degli anticicloni sul nord Europa che introducevano aria fresca alle nostre latitudini. Scenario che nel corso di Giugno vede però di nuovo un peggioramento in tal senso, l’attività ciclonica torna a predare in alcune fasi l’oceano Atlantico e la regione britannica veicolando aria calda africana verso il continente. Gran caldo a metà giugno ha attanagliato la nostra regione e buona parte del continente, con apici di 35 gradi anche su Francia Paesi Bassi e Germania. Il mese si chiude poi, dopo qualche temporale, con una vastissima ondata di calore su quasi tutto il continente.

Luglio 2025: più instabile?

In tale mese sembra possibile secondo le proiezioni del centro meteo europeo ECMWF che il gran caldo possa puntare maggiormente l’Europa centrale lasciando passare sull’Italia refoli di aria più fredda tra le maglie del vasto e caldo anticiclone subtropicale europeo. In tal frangente il mese di Luglio vedrebbe alcuni temporali di calore sulla nostra regione, con piogge nella norma e temporali, in caso, violenti. Il mese sarebbe comunque dominato da vasti e forti anticicloni alimentati da aria africana, in tal contesto vanno pensati i refoli di aria più fredda in arrivo sull’Italia soltanto come occasioni di ritorno delle temperature in media o poco sopra. Forti apici di caldo invece sarebbero ancora possibili, attualmente probabili nella prima settimana di Luglio quando si protrarrebbe ancora la forte anomalia calda di Giugno con massime che andrebbero diffusamente oltre i 35 gradi.

Agosto 2025: Estate ancora dopata

Nell’ultimo mese dell’Estate il caldo tornerebbe a farsi sentire forte in alcune fasi e comunque con carattere di persistenza sebbene più spesso moderato. Valori che si spingerebbero diffusamente oltre i 35 gradi a più riprese.

Analisi tecnica della circolazione atmosferica

L’Estate 2025 si prende in eredità l’impronta delle anomalie degli oceani che è andata costruendosi nel corso dello scorso Inverno. Siamo usciti da un biennio 2023-2024 caratterizzato da un forte riscaldamento delle acque equatoriali degli oceani Pacifico ed Atlantico mentre l’Indiano e l’Indonesia mostravano acque con temperature più vicine alla norma. Alle latitudini subpolari invece il Pacifico e l’Atlantico erano vicini alle medie o più freddi. Nel 2025 la situazione primaverile si è rovesciata, le anomalie equatoriali del Pacifico e dell’Atlantico sono nettamente scese e anomalie positive si sono invece venute a formare alle alte latitudini, mentre l’Indiano e la zona dell’Indonesia si sono scaldate. La distribuzione delle anomalie globali di temperatura oceanica era propensa dunque nettamente meno a favore di un’estate calda rispetto a quella degli ultimi due anni, infatti il riscaldamento delle acque tropicali e il raffreddamento concomitante di quelle subpolari degli oceani favorisce l’abbassamento di latitudine della corrente a getto, una situazione potenzialmente “pericolosa” per le ondate di calore. Se questo effetto di tali anomalie su Pacifico è noto (El nino tende a portare un jet basso sul Pacifico), in un recente studio è stato visto che anche sull’Atlantico l’aumento del differenziale termico tra Atlantico subpolare e subtropicale tende ad intensificare la storm track sull’oceano. Questo vuol dire ciclogenesi atlantiche piuttosto attive, con l’anticiclone delle Azzorre soppiantato da circolazioni cicloniche e anticicloni sulla Groenlandia e Canada orientale. Allo stesso tempo lo scorso anno l’indiano, più freddo della temperatura media globale degli oceani, intensificava il monsone che può porre le basi per la salita degli anticicloni africani (figura 2). Soprattutto nel cvorso del mese di Giugno però le forti anomalie positive del nord Atlantico si sono trasferite verso la zona subtropicale e mediterranea, portando la mappa di quest’anno ad essere simile a quella del 2019.

 

A confronto di seguito vediamo 3 mappe di anomalie di temperatura degli oceani

Immagine a sinistra (1): anomalie di temperatura degli oceani ad inizio Estate 2024. A destra (2): lo stesso per il 2025.

Immagine 3: anomalie di temperatura degli oceani nel 2019: la situazione atlantica dei mesi di Agosto potrebbe essere simile, per cui anche i due potrebbero avere molte analogie bariche con la 2019.

Nelle prime due immagini soprastanti abbiamo a confronto le anomalie del 2024 a sinistra e 2025 a destra. Si può notare una differenza sostanziale soprattutto nell’oceano atlantico ad inizio Estate. Nel 2024 le acque tropicali dell’Atlantico erano nettamente più calde, dai Caraibi al Marocco. Le acque calde favoriscono l’intensificazione dei venti occidentali (alisei deboli e/o invertiti sull’Atlantico e parte del Pacifico dove El nino era in remissione) e dei fiumi di vapore (atmospheric river) verso le medie latitudini, i quali poi attraverso il rilascio di calore latente sono in grado di produrre anticicloni molto potenti alle basse latitudini. Le frecce nere indicano invece un rinforzo dei venti dai quadranti orientali. Le anomalie negative di temperatura infatti si associano ad un trasporto d’acqua dalla zona polare dell’oceano Atlantico nell’immagine a sinistra. La storm track poi si posiziona sotto le frecce nere e sopra quelle blu, che delineano dunque un percorso delle depressioni atlantiche dal sud degli USA verso le isole britanniche. Quest’anno invece come si vede dall’immagine di destra emergono anomalie negative alle latitudini tropicali degli oceani Pacifico ed Atlantico, chiaro segno di un rinforzo degli alisei, e un riscaldamento delle acque atlantiche a ridosso della corrente del golfo in uscita dal nord America. Quest’anno quindi la situazione atlantica sarebbe propensa ad un anticiclone delle Azzorre in buona forma. In tal frangente la ventilazione media in Europa sarebbe dai quadranti orientali e settentrionali a scorrere sul bordo destro dell’anticiclone delle Azzorre in oceano, a differenza dello scorso anno quando la predominanza di vortici tra oceano e isole britanniche apportava venti in quota da sudovest. Le anomalie positive che in Primavera si erano formate alle alte latitudini dell’Atlantico stanno però regredendo velocemente verso sudovest, mentre da sudovest quelle fredde stanno tornando a conquistare il mar di Norvegia. Una distribuzione di anomalie possibile fin verso  fine Estate potrebbe somigliare a quella del 2019. Questo potrebbe almeno parzialmente favorire un proseguio degli scenari caldi persistenti nella seconda parte di stagione, soprattutto per il ritorno di depressioni atlantiche sopra i 50 nord su tutta la zona euro-atlantica (EA positivo, pattern NAO- (1) e rotture cicloniche (2)). La persistenza però di condizioni ottimali sull’Atlantico tropicale per l’anticiclone delle Azzorre a restare nella sua sede naturale impedirebbe all’anticiclone africano di erigersi in posizione meridiana. Le depressioni atlantiche infatti non si spingerebbero più a sud delle isole britanniche sull’oceano, trovando l’anticiclone. Inoltre questo favorirebbe il passaggio di fronti da est a ovest sull’Europa centrale, per cui non sarebbero da escludere anche delle fasi più temporalesche e con calo termico. L’estate proseguirebbe spesso africana ed afosa ma con solo rari picchi di caldo molto intenso e pause possibili. Nel complesso infine bisogna tener conto dell’elemento più importante che è comunque la tendenza generale dell’EA a salire nel corso degli anni, per cui adesso ci troviamo in una fase climatica in cui l’abbassamento della corrente a getto e della storm track sull’Atlantico sta diventando piuttosto frequente. Come stiamo osservando in Giugno infatti nonostante le anomalie oceaniche sfavoriscano circolazioni cicloniche oceaniche, nella prima metà di Giugno e poi alla fine del mese andiamo incontro ad una discesa del jet sull’oceano che produrrà una forte ondata di calore. Sembra dunque difficile pensare che dopo Giugno i due restanti mesi estivi possano essere esenti da nuovi affondi perturbati sull’oceano ad attivare venti africani verso l’Europa. Nel momento in cui le anomalie oceaniche aiutano il trend climatico euro-atlantico le ondate di calore tornano a farsi molto potenti. Il valore medio finale estivo dell’EA sarebbe nettamente positivo.

Immagine 4: East Atlantic, valore medio trimestrale calcolato in media mobile dal 1950 aggiornato fino a Maggio 2025

Dal grafico dell’East Atlantic possiamo notare la lunga fase generalmente positiva in corso dal 2014 dentro la zona cerchiata, ma che dal 2023 (a destra della barra verticale nera) ha subito un’ulteriore rialzo nella sua media sul lungo periodo. L’indice non riesce più a scendere in negativo sulla media trimestrale. Questo lascia pensare ancor di più che uno dei due mesi estivi tra Luglio e Agosto possa essere caratterizzato da valori piuttosto positivi dell’indice, mese quindi caratterizzato da frequenti ondate di calore. Tra i due, Agosto è quello più quotato ad essere il mese molto caldo. Sarà da valutare quindi se nel corso di Luglio possa esserci spazio per un rientro delle temperature in media o sotto con break temporaleschi.

Note:

  1. Nella sezione pattern si vuole dare una probabilità del pattern, anche noto come Weather Regime, più probabile. I pattern di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4: anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorrenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di pattern, i cui risvolti climatici su scala regionale continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente link https://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts
  2. I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio. Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso, l’onda viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari. Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare. Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto basso o persino invertito salendo di latitudine si formerà una critical line che solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia. Questo si combina con il numero d’onda elevato (superiore a 5) che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche (wave-breaking ciclonici). I pattern di Atlantic Ridge e Scandinavian Blocking che incontrano una critical line si portano dunque generalmente sulla Groenlandia evolvendo in una NAO negativa. Se il vortice polare ha una struttura regolare (vento zonale medio che aumenta salendo di latitudine) ma senza essere più forte della norma, le onde che viaggiano verso nord incontrano una turning line oltre i 70 nord che blocca la salita dell’anticiclone alle latitudini subpolari (wave-breaking anticiclonici), da cui la formazione dei pattern di Atlantic Ridge o Scandinavian Blocking. Questo si combina con un numero d’onda basso (compreso tra 2 e 4) che caratterizza una situazione di vento zonale medio vicino alla norma e la velocità di gruppo è negativa. Questi pattern evolvono solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic Ridge. Se il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio è intenso, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1, è lineare e l’attività d’onda è assente. Il concetto di critical e turning line è valido anche in riferimento al profilo altitudinale di vento zonale medio.

DISCLAIMER:

Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco

Claudio Giulianelli

Classe 1996, originario di Villa San Giovanni in Tuscia, ha sviluppato una forte passione per la meteorologia in seguito alla storica nevicata del febbraio 2012. In quegli anni ha iniziato a collaborare attivamente con la comunità meteo CEMER. Parallelamente ha intrapreso il percorso accademico presso l’Università di Roma Tor Vergata, dove ha conseguito la laurea in Fisica con curriculum in Fisica dell’Atmosfera e Meteorologia. All’interno del team di Meteo Lazio si occupa in particolare dell’analisi delle tendenze meteorologiche a lungo termine ed analisi degli indici teleconnettivi.