Come si misura realmente la temperatura in città? Il CNR chiarisce con una pubblicazione
Pubblicato il 2 luglio 2025 sulla rivista scientifica Sensors, uno studio realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a Roma mette a confronto due tipologie di installazione di stazioni meteorologiche: su tetto e all’interno del canyon urbano. I risultati aprono scenari importanti per la misurazione della temperatura nelle città italiane.
📌 Introduzione: perché è importante dove misuriamo la temperatura urbana?
Misurare la temperatura in città non è affatto banale. In un contesto di cambiamento climatico, con estati sempre più torride e notti tropicali in aumento, capire quanto e dove fa davvero caldo è fondamentale per la salute pubblica, la pianificazione urbana e il monitoraggio del fenomeno noto come Urban Heat Island (UHI), ovvero l’isola di calore urbana.
Ma dove si dovrebbe installare una stazione meteorologica per rappresentare correttamente il clima urbano?
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Secondo la guida ufficiale della World Meteorological Organization (WMO), le stazioni meteo su tetto non sono a norma per la misura in ambito urbano.
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Sono invece raccomandate le installazioni nel canyon urbano, cioè tra gli edifici, a livello stradale.
Questo pone un interrogativo fondamentale: le migliaia di stazioni meteorologiche installate su tetti in Italia (spesso da cittadini o reti locali) sono davvero inutili o inaffidabili?
Uno studio condotto dal CNR-ISAC (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) cerca di dare una risposta, basandosi su dati oggettivi e osservazioni a lungo termine.
🧪 Lo studio: due stazioni, due ambienti urbani
Dal luglio 2023 a marzo 2025, un gruppo di ricerca del CNR ha gestito due stazioni meteorologiche nella zona di Roma Tor Vergata:
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Una stazione su tetto installata a 2,5 metri sopra la superficie del lastrico solare.
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Una stazione nel canyon urbano, posta a 3 metri dalla strada e a 2 metri dalla parete dell’edificio, in linea con le specifiche WMO.
Le due stazioni erano distanti pochi metri in linea d’aria e sono state calibrate con cura per garantire la comparabilità dei dati.
📈 Risultati principali: differenze minime, ma da conoscere
I ricercatori hanno analizzato le differenze orarie di temperatura (∆T = T_tetto − T_canyon), valutando anche l’effetto di sole e vento.
✅ 1. Di notte: quasi nessuna differenza
Durante le ore notturne e al mattino presto, le temperature misurate su tetto e nel canyon sono molto simili. Questo vale per tutte le stagioni.
☀️ 2. Di giorno: canyon più caldo
Tra le 12:00 e le 16:00, soprattutto in estate, la temperatura nel canyon urbano è risultata fino a +1°C più alta rispetto al tetto. Questo avviene per diversi motivi:
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Accumulo di calore tra gli edifici.
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Minore ventilazione.
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Scarsa esposizione al cielo, che rallenta il raffreddamento.
💨 3. Influenza di sole e vento
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In condizioni di cielo sereno, la radiazione solare è il principale driver del differenziale termico.
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Con vento moderato, il tetto si raffredda più efficacemente del canyon, dove l’aria resta stagnante.
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Con vento forte, la ventilazione migliora anche nel canyon e le differenze si attenuano.
📚 WMO vs realtà urbana: il dilemma dell’installazione “ideale”
La guida della WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale) raccomanda di evitare le misure su tetto perché:
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Influenzate da gradienti termici verticali.
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Esposte a turbolenze irregolari.
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Caratterizzate da condizioni microclimatiche anomale.
Tuttavia, come osserva lo studio, le misure in canyon sono estremamente localizzate e dipendono fortemente da fattori come:
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Geometria della strada.
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Altezza e materiali degli edifici.
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Presenza di vegetazione.
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Orientamento e ombreggiamento.
Ciò significa che una stazione in canyon rappresenta bene solo il punto specifico in cui è installata, ma non necessariamente un intero quartiere o zona urbana.
Al contrario, una stazione su tetto può offrire una rappresentazione più “media” del clima urbano circostante, con un raggio di rappresentatività anche superiore a 1 km (come confermato per Roma).
🔍 Implicazioni pratiche: rivalutare le stazioni su tetto
Lo studio propone una riflessione importante: le stazioni su tetto non sono perfette, ma non sono inutili. Anzi:
✅ Hanno maggiore rappresentatività spaziale.
✅ Sono più facili da installare e mantenere (soprattutto per reti citizen science).
✅ Possono essere paragonate tra loro, utile per monitoraggi regionali o inter-urbani.
📌 Conclusione chiave dello studio:
“Sebbene le stazioni nei canyon siano a norma WMO, quelle su tetto — se ben calibrate — forniscono dati affidabili e utili per il monitoraggio urbano, in particolare per l’isola di calore e le analisi su scala di quartiere o cittadina.”
🧭 E per il futuro?
I ricercatori del CNR stanno già sperimentando reti ibride, in cui alle stazioni su tetto si affiancano sensori mobili su vetture o postazioni a livello strada. L’obiettivo è creare una mappa dinamica e completa del clima urbano.
Lo studio invita infine a una possibile revisione degli standard internazionali, per tenere conto della realtà operativa dei contesti urbani europei e della crescente importanza della citizen science.
📎 Riferimento allo studio
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Titolo: Temperature Differences Between Rooftop and Urban Canyon Sensors: Diurnal Dynamics, Drivers, and Implications
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Autori: Marinelli, Cecilia, Casasanta, Conidi, Petenko, Argentini (CNR-ISAC)
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Pubblicato su: Sensors, luglio 2025
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