Alta pressione in cedimento: l’inverno prova a farsi strada sull’Europa, ecco con quali effetti meteo
Getto polare più ondulato, gocce fredde in movimento e primi segnali concreti di raffreddamento in Italia verso Natale e Santo Stefano
Dopo la debole perturbazione giunta all’inizio della settimana, l’alta pressione subtropicale a ridosso dell’Italia ha subito un primo colpo di ritirata, risultando di fatto più debole e frammentata nei pressi del Mediterraneo occidentale e centrale.
Tale azione ha generato una continua oscillazione del getto polare, con la spinta di molteplici perturbazioni atlantiche in direzione di Francia e Spagna, mentre l’aria più calda è rimasta compressa più a est, nei pressi dell’Europa orientale e balcanica. In queste aree, almeno fino al weekend di sabato 20 e domenica 21 dicembre, saranno presenti anomalie termiche oltre la norma, così come, seppur in forma più attenuata, anche sull’Italia, con valori termici leggermente superiori alla media climatica di riferimento 1991-2020 di circa +3/+4°C.
Complici anche i modesti venti meridionali, tendenti da Libeccio a Scirocco sui mari occidentali italiani, parallelamente ai margini orientali delle gocce fredde collocate nei pressi della Penisola Iberica (1° e 2°):
Dalla prossima settimana, indicativamente dalla serata di lunedì 22 dicembre, una goccia fredda costituita da aria di estrazione polare marittima traslerà verso est, determinando un calo della pressione atmosferica tra la Sardegna e la Corsica.
In tale quadro evolutivo, il segnale di cedimento da parte dell’alta pressione subtropicale risulterà sempre più concreto, con una buona attendibilità previsionale. I venti meridionali lasceranno finalmente spazio a una ventilazione al suolo più fredda e occidentale, di Ponente o, al più, di Maestrale, a partire dalla giornata di martedì 23 dicembre.
Il calo termico inizialmente non sarà particolarmente pronunciato: nonostante i venti più freschi occidentali, si registrerà una diminuzione delle temperature di circa 3-4°C. Le precipitazioni potranno risultare nevose esclusivamente in alta montagna, oltre i 1700-1800 metri.
Sarà possibile rivedere la neve sui principali rilievi subappenninici e appenninici laziali al confine con Abruzzo e Molise, a partire dai Monti Reatini, Monte Livata, Campaegli, Campo Staffi e Campocatino (FR), compresi i versanti dei Tre Confini e il Valico di Forca d’Acero.
Per i dettagli relativi alla collocazione e all’intensità dei fenomeni è ovviamente ancora troppo prematuro stabilire con precisione dove e quando si verificheranno; seguiranno pertanto prossimamente nuovi approfondimenti in merito.
TENDENZA METEO GENERALE PER NATALE E SANTO STEFANO
Come confermato dagli ultimi aggiornamenti modellistici, l’alta pressione dal nord Africa, già instabile, entro la Vigilia di Natale (mercoledì 24 dicembre) risulterà ulteriormente indebolita a causa della prima frattura indotta dalla precedente perturbazione.
Per questo motivo assisteremo a ondulazioni zonali più marcate, che potranno aprire nuovi corridoi atmosferici sullo scenario euro-atlantico, favorendo un rinforzo dell’alta pressione delle Azzorre verso le alte latitudini scandinave. Contestualmente, aria artica continentale potrebbe essere trasportata verso latitudini più meridionali del continente europeo, indicativamente tra giovedì 25 e venerdì 26 dicembre, compresi gli ultimi giorni del mese.
Quanto emerge dagli ultimi aggiornamenti è la possibilità di un raffreddamento piuttosto marcato, con caratteristiche anche gelide, soprattutto sulle porzioni più orientali dell’Europa, dal Bassopiano Germanico fino alla Turchia. Non si escludono effetti localizzati anche su parte del Mediterraneo e sull’Italia, sebbene al momento non si evidenzi ancora una completa continentalizzazione della massa d’aria fredda in arrivo da ENE.
Qualora dovesse verificarsi l’approfondimento di un minimo di bassa pressione sui mari occidentali italiani, con una dominanza dei flussi occidentali, l’irruzione fredda potrebbe risultare solo parzialmente continentalizzata, oppure rimescolata con l’aria polare già stagnante, risultando così più attenuata rispetto alle ipotesi d’irruzione gelida massiva dell’aria artico-continentale.
Il tutto dipenderà dalla stazionarietà dell’anticiclone di blocco in sede all’Atlantico e da quanto effettivamente il corridoio di aria artica continentale rimarrà aperto.
Dagli ultimi aggiornamenti modellistici, la tendenza appare in linea con quanto descritto nell’ultima analisi mensile per la terza decade di dicembre, con fasi meteorologiche sicuramente più fredde, ma complessivamente in linea con la media invernale.
Tutti i dettagli meteo saranno approfonditi nei prossimi giorni con ulteriori aggiornamenti, anche perché, in caso di precipitazioni, l’attendibilità previsionale risulterà più elevata solo nel breve termine, soprattutto per quanto riguarda la collocazione dei fenomeni piovosi o nevosi.


