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Climatologia

NIÑA in ARRIVO? QUALI saranno gli EFFETTI?

Molti di voi avranno sicuramente sentito parlare del fenomeno denominato “El Niño” cioè un riscaldamento delle acque del pacifico Meridionale e Orientale. Ma vi è anche un fenomeno inverso detto “La Niña” ovvero un raffreddamento della medesima zona dell’oceano. Tale fenomeno di raffreddamento è previsto realizzarsi con una certa probabilità proprio nei prossimi mesi. Che conseguenze avrà?

 

Probabilità che nei prossimi mesi si verifichino i 3 scenari di ENSO. La Niña è al momento la più probabile specie durante il prossimo autunno/inverno con probabilità superiore al 50%. Fonte: IRI (International Research Institute for Climate and Society).

 

El Niño è collegato ad una caduta di intensità degli alisei da Sud-Est (nei casi più estremi si arriva anche all’inversione dei venti). Si tratta di venti che soffiano nelle basse latitudini dell’Oceano Pacifico meridionale dai settori americani verso quelli indonesiani/australiani. A sua volta la caduta degli alisei è connessa ad un’oscillazione della differenza di pressione esistente fra il Pacifico Orientale (Sud America) e quello Occidentale (Oceania). Nel caso de La Niña si ha, invece, il fenomeno opposto ovvero un rinforzo degli alisei da Sud-Est per un aumento di pressione sul settori pacifici davanti le coste sudamericane a causa di un deciso raffeddamento delle acque superficiali.

Tale oscillazione fu scoperta nel 1923 dal climatologo inglese Sir Walker ed è denominata “Southern Oscillation”. Siccome tale oscillazione è di fatto connessa con El Niño, si parla di ENSO (El Niñò Southern Oscillation). Si possono avere tre casi differenti di oscillazione:

  • ENSO positivo (El Niño): pressione bassa sul Pacifico Meridionale settore orientale (Sud America) con fase calda e piovosa su gran parte del continente Sudamericano e secco con poche piogge tra Indonesia e Australia;
  • ENSO negativo (La Niña): pressione alta sul Pacifico Meridionale settore orientale con conseguente fase secca su gran parte del Sud America mentre si instaura una fase piovosa dal Sud-Est asiatico fino all’Australia;
  • ENSO neutro (NADA): situazione normale senza particolari anomalie in ambito pacifico con anomalie superficiali delle temperature delle acque comprese tra +0,5 e -0,5°C; spesso si tratta di una fase interlocutoria tra i due fenomeni (Niño/Niña).

 

Schema circolarorio sul Pacifico Centro-Meridionale nei tre casi descritti. Fonte: IRI (International Research Institute for Climate and Society).

 

Perché questa oscillazione è così importante?

L’ENSO innesca nella circolazione oceanica delle basse latitudini del Pacifico una serie di meccanismi dinamici e termodinamici che conducono, fra l’altro, ad un sensibile riscaldamento (o raffreddamento) della superficie del mare su una regione oceanica di vastissime dimensioni e con quantità di energia in gioco molto elevate, per questo ha ripercussioni su varie parti dei continenti che si affacciano sul Pacifico e, probabilmente, insieme ad altre anomalie oceaniche e circolatorie può ripercuotersi a livello gloabale con effetti molto diversi.
Infatti si riscontrano effetti legati all’ENSO non solo in generale lungo tutto il pacifico ma anche nell’Oceano Indiano, ai Caraibi e in Africa. Molto, ovviamente, dipende dall’entità del fenomeno e dalla sua durata (12-18 mesi).

E in Europa?

Il continente europeo è quello che di fatto si trova più ai margini rispetto agli sconvolgimenti che apporta l’ENSO alla circolazione atmosferica ma anche per quanto riguarda la tempistica, i possibili effetti sull’Europa si possono riscontrare dopo diversi mesi e sono comunque modulati anche da altre anomalie oceaniche e circolatorie (indici teleconnettivi). Diffidate quindi da facili tendenze stagionali che si basano unicamente su questa importane anomalia. È quindi difficile dire in che misura e che effetti provoca l’ENSO dalle nostre parti. In generale però pare esserci una parziale correlazione, ad esempio: tra El Niño e primavere/estati molto calde e secche; e tra La Niña e autunni/inverni asciutti sul Mediterraneo. La gran parte delle più calde estati mediterranee sono avvenute a seguito di episodi di Niño (anche se non sono mancate estati caldissime senza questo fenomeno e comunque vi erano anche altri fattori in gioco che hanno portato a tali eventi), molti inverni secchi (anche se con fugaci fasi molto fredde) si sono verificati proprio in concomitanza con episodi di Niña (anche in questo caso non necessariamente è stato l’unico attore protagonista). Sarà così anche questa volta? Staremo a vedere. (G.G.)

Gianluca Giorgi

Classe 1991; nato, cresciuto e, tuttora residente, sul Litorale Romano. Fin da piccolo appassionato di meteorologia e di fenomeni naturali. Osserva e studia il tempo e il clima della costa da diversi anni (misurazione di pioggia, temperature e vento). Collabora con Meteo Lazio sin dalla sua nascita con il suo consueto bollettino meteorologico del mattino.